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mercoledì 10 settembre 2014

Montezemolo lascia la Ferrari, Marchionne presidente

Luca Cordero di Montezemolo lascerà su sua richiesta la presidenza della Ferrari. Sergio Marchionne sarà il nuovo presidente. Lo rende noto un comunicato di Fiat Chrysler.

Montezemolo, che è presidente della Ferrari dal 1991, lascerà la carica il 13 ottobre a conclusione del festeggiamento dei 60 anni in America. "Montezemolo - si legge nella nota del Lingotto - ha portato l'azienda a conseguire risultati molto importanti sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista sportivo. Una lunga storia di grandi successi alla Ferrari dove Montezemolo ha raggiunto traguardi di assoluto rilievo, con un team di eccellenza mondiale".

"Desidero ringraziare Luca a nome della mia famiglia e a titolo personale per quanto ha fatto per la Fiat e la Ferrari". Così il presidente del Lingotto John Elkann. "A Luca vanno i miei auguri per il suo futuro professionale e imprenditoriale, con la speranza, certamente condivisa, di vedere presto la Ferrari tornare a vincere".  "Montezemolo - aggiunge Elkann - ha ricoperto diverse posizioni di responsabilità, a partire dalla Presidenza di Fiat dal 2004 al 2010, condividendo con me momenti di difficoltà, ma anche di grande soddisfazione".

Montezemolo ha portato la Ferrari a "a un livello tecnologico e organizzativo di eccellenza e ha ottenuto importanti risultati economici". Lo sottolinea l'ad di Fiat Sergio Marchionne. "Voglio ringraziare personalmente Luca per quanto ha fatto per la Fiat, per la Ferrari e per me". "Nel 2003 - ricorda Marchionne - Luca e io siamo stati nominati lo stesso giorno consiglieri di amministrazione della Fiat. Un anno dopo siamo diventati presidente lui e amministratore delegato io".

"La Ferrari avrà un ruolo importante all'interno del gruppo Fca e nella quotazione a Wall Street. Si aprirà quindi una fase nuova e diversa che credo giusto debba essere guidata dall'ad del gruppo". Lo dice Luca Cordero di Montezemolo che parla di "fine di un'epoca". "Ho quindi deciso - spiega Montezemolo - di lasciare la presidenza dopo quasi 23 anni meravigliosi e indimenticabili, dopo quelli passati a fianco di Enzo Ferrari negli anni Settanta. Il mio ringraziamento va innanzi tutto a donne e uomini eccezionali in fabbrica, negli uffici, nei campi di gara, sui mercati di tutto il mondo che sono stati i veri artefici in questi anni della grande crescita dell'azienda, delle tante memorabili vittorie e del successo del marchio diventato grazie a loro uno dei più forti al mondo. Un saluto e un ringraziamento a tutti i nostri partner tecnici e commerciali, ai dealer di ogni Paese e in modo particolare ai clienti e ai collezionisti con cui condivido la stessa passione". "Auguro agli azionisti, e in particolare a Piero Ferrari che mi è stato sempre vicino, e a tutte le persone dell'azienda ancora tanti anni di successo che la Ferrari merita", conclude Montezemolo.

"La Ferrari è la più bella azienda del mondo e per me è stato un grande privilegio e onore esserne stato il leader. Le ho dedicato tutto il mio impegno ed entusiasmo e insieme alla mia famiglia ha rappresentato e rappresenta la cosa più importante della mia vita". Cordero di Montezemolo rivolge poi un pensiero ai tifosi, "che non hanno mai fatto mancare alla Scuderia il loro entusiasmo soprattutto nei momenti più difficili".

"Del futuro della Ferrari io e Luca abbiamo discusso a lungo. Il nostro comune desiderio di vedere la Ferrari esprimere tutto il suo vero potenziale in pista ci ha portato ad alcune incomprensioni che si sono manifestate pubblicamente nello scorso weekend". Lo dice Sergio Marchionne. ''Lo ringrazio per quanto fatto per la Fiat per la Ferrari e per me''.

Montezemolo, da Ferrari invendute a brand'powerful'

In ventitrè anni di guida della Rossa di Maranello, Luca Cordero di Montezemolo non ha solo vinto 118 gran premi, sei mondiali piloti e otto costruttori. Soprattutto, durante la sua presidenza, la Ferrari si è rilanciata dal punto di vista industriale ed economico, arrivando a diventare il marchio più "powerful" del mondo: ovvero il più influente del pianeta, secondo la classifica di 'brand-finance'.

L'ESORDIO - La prima esperienza di Montezemolo a Maranello risale al 1973, come assistente del Drake Enzo Ferrari e responsabile della squadra corse: la Rossa vince in tre anni tre campionati mondiali costruttori e due piloti. E' l'epoca della nascita del mito di Niki Lauda, dell'incidente del Nurburgring e della lotta con James Hunt raccontata nel film 'Rush' di Ron Howard.

LA PRESIDENZA - Dopo le esperienze in Fiat e a Italia '90, Montezemolo torna a Maranello nel 1991 come presidente e amministratore delegato. Sono anni bui per la scuderia e per l'azienda: la Ferrari latita nelle posizioni di rincalzo dietro a Williams e McLaren e lotta a malapena per il podio, mentre a Maranello le auto invendute restano ferme sui piazzali della fabbrica che vive uno dei suoi periodi più difficili. Montezemolo rifonda innanzitutto la squadra corse, mettendo insieme un team di tecnici dalle idee innovative e dalla mentalità vincente: Jean Todt (resterà fino a 2009), Ross Brawn e Rory Byrne.

EFFETTO SCHUMI - L'ingaggio nel 1996 di Michael Schumacher rilancia il mito della Ferrari. Il fuoriclasse tedesco (con Jean Todt al muretto) rivince nel 2000 il titolo piloti che mancava addirittura dal 1979. E' solo l'inizio di una cavalcata che lo porterà ad essere il pilota più titolato della Formula Uno: Schumi vince cinque mondiali consecutivi, dal 2000 al 2005, conquistando con la Rossa 72 vittorie e 116 podi.

IL PERIODO D'ORO - Montezemolo riporta il mito del Cavallino sul tetto del mondo non solo in pista: a Maranello si investono milioni di euro per ammodernare la linea produttiva e per le nuove infrastrutture del reparto corse, mentre i numeri delle vendite superano persino gli obiettivi, con anni record come il 2008, grazie allo sbarco in mercati emergenti come l'Asia o il Medio Oriente (proprio a Dubai viene costruito anche un parco divertimenti).

IL DECLINO - Dal primo ritiro di Schumacher, la Ferrari, complice molti errori e anche un po' di sfortuna, come il mondiale perso da Raikkonen dopo aver tagliato il traguardo da iridato nel 2008 a Suzuka, ha vinto solo due titoli costruttori. Nemmeno l'arrivo di Fernando Alonso ha invertito questo trend negativo e proprio il 2014, che doveva essere l'anno del rilancio, si sta rivelando come il peggiore dell'ultimo ventennio con la Rossa lontana anni luce da Mercedes e Williams. Il team principal Stefano Domenicali, travolto dai risultati negativi, ha lasciato solo pochi mesi fa, sostituito da Marco Mattiacci, manager vincente in ambito aziendale ma con poca esperienza sulla pit lane. E nel 2013, l'azienda ha annunciato per la prima volta dopo anni una riduzione della produzione di auto per salvaguardare l'esclusività del marchio.

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