Il segretario nazionale organizzativo porti della Uiltrasporti Marco Odone sostiene la necessità di «un tavolo permanente di confronto perché il lavoro portuale non faccia la stessa fine della filiera terrestre dove nessuno riesce a controllare il lavoro. La legge 84/94 ha regolamentato al meglio anche nei periodi di crisi il lavoro portuale per vent’anni, una riforma va studiata con le parti sociali».
Enrico Ascheri della segreteria Filt Cgil con delega ai porti, aggiunge che «di fatto non conosciamo bene le carte allo studio, rimane un’incognita. Oggi vogliamo ribadire che più i lavoratori lavorano in sicurezza più i porti sono competitivi». Infine il segretario aggiunto Fit Cisl Liguria, Ettore Torzetti, osserva che «il sindacato non è stato coinvolto in nessuna discussione, si vuole far passare l’idea di aprire ad altri soggetti con condizioni economiche e normative assolutamente inferiori. La riforma allo studio rischia di mettere a rischio la sicurezza del lavoro portuale e i contratti».
Intanto, sul piano nazionale, i sindacati diffondono i prim i dati sull’adesione alla giornata di agitazione. «Sono altissime le adesioni allo sciopero nazionale dei lavoratori dei porti e degli addetti ai servizi tecnico nautici con punte fino al 100%». Lo riferiscono Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti in merito alla protesta indetta unitariamente «contro la volontà del Governo di introdurre nei porti italiani norme liberiste con effetti degenerativi sulle tutele e sulla qualità del lavoro». «Secondo i dati raccolti - riferiscono le tre organizzazioni sindacali di categoria - adesioni del 100% e presidi e blocchi ai varchi di ingressi dei terminal nei porti di Venezia, Trieste Palermo Ancona ed a Ravenna, dove c’è stato un presidio di 500 lavoratori di fronte alla Prefettura. A Genova, dove il presidio in Prefettura ha interessato 400 lavoratori, l’adesione si attesta al 95%, come a Savona ed al porto di Gioia Tauro. A Napoli fermi il del 90% dei lavoratori con corteo e presidio come nei porti di Salerno e di Bari. A La Spezia ed a Cagliari stop al 70% delle attività».
Secondo Filt, Fit e Uilt «l’adesione dei lavoratori deve spingere il Governo ad avviare un confronto vero con le parti sociali per un percorso di riforma dei porti partecipato e con il coinvolgimento del Parlamento, in caso contrario la giornata di oggi è solo l’inizio di un conflitto che potrebbe anche estendersi ad altri settori connessi ai porti».
Il Secolo XIX
0 commenti:
Posta un commento