A dominare è il verde, i mattoni chiari e un ritmo rallentato, quanto di più lontano dall'idea di progresso delle metropoli. Eppure qui a Mele, il paesino di meno di tremila persone alle spalle di Voltri, ci sono tutte le energie rinnovabili. Da anni l'amministrazione ha scelto di varare una politica di sviluppo sostenibile.
Un esperimento con un successo sempre maggiore che non si ferma, anche grazie alle capacità tipiche della tradizione genovese, sapere approfittare delle occasioni. Ed ecco allora arrivare oltre cinquecento pannelli solari, sequestrati nei giorni scorsi dall'ufficio dogane durante un’operazione di polizia giudiziaria e ora destinati a raccogliere energia per i ragazzi della futura scuola in cima alla collina.
Una nuova fonte di energia che si aggiunge all'eolico, arrivato qui nel 2012 quando le prime turbine idroelettriche erano già in funzione da tempo. Non una rivoluzione, più che altro una trasformazione naturale, quasi una mutazione genetica. È bastato cambiare il loro uso rispetto a quello delle cartiere, i percorsi per incanalare l'acqua c'erano già.
«Portavamo via gli scarti di lavorazione notturna dei giornali. Poi uno alla volta hanno chiuso tutti i centri stampa, per ultimo anche quello di San Biagio. E ora cerchiamo di arrangiarci – racconta Renato Casoni, titolare di quello che un tempo era un deposito di materiali per le cartiere - Ma non chiudiamo, ci trasformeremo con il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti, affittiamo i contenitori per tutti gli scarti aziendali e li portiamo ai siti appositi. Ora stiamo pensando di costruire un nostro impianto idroelettrico, sono 50mila euro, una bella spesa ma speriamo che il comune ci dia una mano».
Il Secolo XIX
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