IN EVIDENZA

CORONAVIRUS | Il virus si chiama Covid-19, ecco perchè

Coronavirus o Covid-19? Guida ai termini usati per descrivere l’emergenza sanitaria. Un po’ di chiarezza sui termini usati per descriver...


giovedì 5 marzo 2015

Genova, nuova diga da un miliardo

L’opera cambierà il volto dello scalo ligure. Una collina di ghiaia sotto il mare sulla quale poggeranno vasche destinate a sostenere la struttura in cemento armato.

 L’opera da un miliardo è una collina di ghiaia sotto il mare alta fino a dieci metri che si snoda lungo tutto il porto di Sampierdarena. Su questa, poggeranno vasche di cemento alte venti metri riempite di detriti e, ancora sopra, una struttura in cemento armato. Quest’ultima struttura, sarà l’unica parte visibile della nuova diga del porto di Genova. Come la punta degli iceberg, la parte maggiore sarà quella che non si vede. Ecco, nei disegni qui a fianco ricavati dagli studi dell’Autorità portuale, il cuore della grande opera che dovrebbe rivoluzionare il maggiore scalo marittimo nazionale. Quando (e se, visto il rebus dei soldi) verrà realizzata, sarà il quarto capitolo di una storia iniziata a fine dell’Ottocento, quando il porto cittadino iniziò a espandersi verso Ponente con l’edificazione del Molo Duca di Galliera. Quell’opera fu la prima fase della creazione del porto di Sampierdarena, avvenuta sotto epoca fascista con l’allungamento della diga, quella in uso tutt’ora. Negli anni Novanta vide la luce il porto di Voltri e ora si ritorna a Sampierdarena per adattare i moli alle nuove navi, troppo grandi per incunearsi nello spazio tra diga e banchine.

«Ogni cent’anni - è il mantra del presidente del porto Luigi Merlo - il rifacimento delle dighe segna la crescita dello scalo». E oggi ci risiamo, con una sfida tecnologica che è per molti versi inedita: bisogna scendere su fondali fino a 40 metri per creare la nuova struttura. Sarà un lavoro a tappe, non solo perché l’attuale protezione verrà demolita e ricostruita a pezzi: è la stessa ricostruzione della protezione marittima che richiede un lavoro a tre fasi. La prima è la creazione dell’imbasamento, ovvero l’enorme terrapieno che costituirà la base dell’opera. Sul fondo del mare verrà prima realizzata una gettata di tout venant (materiale di risulta delle cave, in pratica). Questa verrà protetta dal moto ondoso da una scarpata di massi naturali, grandi fino a quattro tonnellate dal lato del mare aperto e due dal lato del porto. Questa”collina sotto il mare” verrà quindi resa piatta sulla sommità grazie a un livellamento eseguito con il pietrame. A questo punto, scatta la fase due.

Così come si fa per la realizzazione di nuovi terminal, il corpo della nuova diga sarà realizzato grazie a enormi vasconi di cemento cavi che verranno trasportati in loco grazie ai rimorchiatori. Questi, dopo aver navigato fino alla “collina sotto il mare”, verranno riempiti con materiali di vario genere (per esempio il materiale di risulta degli scavi) e quindi affondati, fino a poggiare sull’imbasamento appositamente costruito. I cassoni sono alti fino a 21 metri. Realizzata questa seconda fase, sarà necessario fermare i lavori, per attendere i movimenti di assestamento.Solo dopo questo periodo di stop, partirà la terza e ultima fase: la realizzazione della sovrastruttura - l’unica parte visibile - di cemento armato gettato in opera. L’altezza sarà di circa sette metri e mezzo. Solo a quel punto, Genova potrà dire di avere la sua nuova diga. Opera mastodontica e costosissima.

Non si poteva forse risparmiare? Tutto dipende dalla necessità di dover andare al largo: più ci si allontana da riva, più i fondali si approfondiscono e più l’opera costa. Ma stare lontani dalla costa è una necessità quando, dentro la diga, devono poter manovrare navi molto grandi. «È stato fondamentale - spiega Marco Sanguineri, dirigente dell’Autorità portuale - definire quale fosse la nave di progetto», ovvero quella più grande che in futuro entrerà in porto a Genova, tenendo conto che le dighe sono opere di lunghissimo periodo. «Abbiamo considerato - basandoci sugli studi di ricerca del settore - una nave lunga 500 metri» e quindi in grado di trasportare fino a 24.000 teu. Fantascienza? LaMsc Bettina arrivata a Voltri poche settimane fa aveva una capacità di 14.000 teu. Fino ai primi anni Duemila, navi da 8.000 teu erano considerate ipotesi quasi impossibili.

0 commenti:

Posta un commento