Come funziona il NUE? Cosa succederà agli altri numeri legati a forze dell'ordine, vigili del fuoco e soccorso sanitario? Ecco le risposte.
Genova. Sarà simile al 911 americano. Un numero unico da chiamare per ogni tipo di emergenza – forze dell’ordine, Vigili del fuoco, soccorso sanitario – e che smisterà le telefonate al giusto interlocutore. Da oggi anche in Liguria sarà attivo il NUE, Numero unico di emergenza europeo.
Sarà il 112, che fino a oggi era il numero da chiamare per mettersi in contatto con i Carabinieri, e che invece diverrà una sorta di filtro su cui saranno direzionate tutte le telefonate a 113, 112, 115 e 118 e che, almeno sulla carta, dovrà garantire tempestività e aumentare l’efficienza dell’intero sistema. Gli altri numeri, naturalmente, resteranno attivi e funzionanti dirottando automaticamente la chiamata sempre al 112.
Esiste anche un'app apposita per il 112 la quale, durante una richiesta di soccorso, in automatico potrà inviare dati e posizione GPS direttamente alla centrale operativa; scarica l'app per Android o per sistema Apple
Il NUE 112 è stato presentato ufficialmente oggi alle 15 all’ospedale San Martino, un’ora esatta dopo la sua attivazione. Presenti il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti insieme alla vicepresidente e assessore alla Sanità Sonia Viale e al vicecapo della Polizia, Matteo Piantedosi. Presenti anche Walter Locatelli, commissario straordinario di Alisa (l’azienda sanitaria regionale che sostituisce l’Ars) e i rappresentanti delle forze dell’ordine e di tutti i soggetti istituzionali coinvolti nel progetto.
Per il cittadino non dovrebbe cambiare nulla o quasi. Potrà essere il singolo utente a decidere se chiamare il 112 oppure gli altri numeri a disposizione, che resteranno attivi. Di fatto anche gli operatori al centralino saranno gli stessi. Il filtro aggiuntivo alla chiamata non dovrebbe richiedere oltre i 40 secondi prima dello smistamento. La centrale unica di risposta (Cur) avrà sede a Genova.
Restano alcuni nodi, però. La conoscenza del servizio è uno di questi. In ambito europeo, anche in Paesi dove il NUE esiste da anni, soltanto il 41% dei cittadini identifica il 112 come numero di emergenza da chiamare. La percentuale italiana è attorno al 5%. La decisione di istituire definitivamente un numero unico per tutta l’UE risale al 1991 ed ora è implementato dalla totalità degli Stati membri. Tranne l’Italia, che è stata sanzionata per non avere rispettato l’istituzione del NUE nei tempi previsti, ovvero il 2008.
In Italia l’adozione del sistema “numero unico” è iniziata in Lombardia, nel 2010, in via sperimentale nella provincia di Varese, e poi via via in tutta la Regione. Il 31 gennaio di quest’anno il NUE 112 è stato attivato in regione Piemonte, comprendente tutte le province della regione esclusa quella di Torino, le cui chiamate unitamente a quelle provenienti dalla Valle D’Aosta confluiranno presso la centrale di Grugliasco che sarà attivata nell’estate 2017. Con l’avvento del Giubileo anche per Roma e provincia è stata disposta l’attivazione del Numero Unico.
Il bug di Brescia. Nel 2015 l’arrivo del NUE nel Bresciano portò con sé alcuni problemi operativi e di gestione, in parte dovuti a un non ottimale funzionamento dei software, in parte al fatto che non tutti gli addetti al centralino avessero esperienza diretta nel settore emergenze. Ci furono casi limite, come quello del parroco di una piccola frazione che non venne soccorso poiché la chiamata venne trasferita a un paese omonimo in Trentino. Altri disagi erano legati alla mancanza di linee dirette tra alcuni soggetti coinvolti.
La Lombardia è comunque la Regione a cui la Liguria si è rivolta per assorbire know-how e prepararsi all’appuntamento. Con un protocollo d’intesa si è resa disponibile a dare, a titolo di riuso gratuito, il programma applicativo necessario per la costituzione, l’attivazione e il funzionamento del servizio alla Regione Liguria, tramite l’Irccs San Martino Ist.
“Gli operatori del nuovo NUE hanno svolto due mesi di corso in affiancamento nelle strutture lombarde per capire meglio il funzionamento del sistema – dice Walter Carrubba, presidente della Croce Bianca una delle più grandi pubbliche assistenze genovesi – ne siamo a conoscenza perché alcuni nostri addetti oggi svolgono quel lavoro. Per quanto riguarda le Croci, non cambia nulla a parte qualche modulo diverso, qualche aspetto burocratico. Non credo che si verificheranno dei problemi”.
Ottimista anche Paolo Cremonesi, direttore del Pronto Soccorso dell’ospedale Galliera: “Siamo molto felici di questo cambiamento e non credo che si verificheranno criticità per due motivi, il primo è che l’esperienza della Regione Lombardia ha fatto da scuola agli altri territorio, il secondo è che sono stati fatti dei lavori preliminari di preparazione degli operatori molto accurati”.
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