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martedì 17 giugno 2014

Omicidio della piccola Yara, la svolta dopo quattro anni

Quarantraquattro anni, animalista, padre di tre figli. Sarebbe Massimo Giuseppe Bossetti , muratore di Clusone ma residente a Mapello, l’omicida di Yara Gambirasio, la ragazzina tredicenne uccisa nel dicembre 2010 in provincia di Bergamo. Il presunto omicida sarebbe stato inchiodato dai test del Dna che avrebbero portato a individuarlo come autore dell’assassinio di Yara. Incensurato, Bossetti è stato fermato dai Carabinieri del Ros che hanno condotto le indagini insieme alla Polizia e il fermo è stato convalidato dal Gip. L’uomo è stato interrogato nel pomeriggio e non ha risposto agli inquirenti dicendosi «sereno».

La svolta nel caso Yara arriva molti anni dopo quel 26 novembre 2010 quando la ragazza scomparve dopo essere uscita dalla palestra per recarsi a casa. Il suo corpo era stato ritrovato a Chignolo d’Isola, a una decina di chilometri dal luogo della scomparsa. Più di tre anni prima della svolta nelle indagini: nel pomeriggio, il ministro dell’interno Alfano : «Le Forze dell’Ordine, d’intesa con la Magistratura, hanno individuato l’assassino di Yara Gambirasio».

Le analisi del Dna

Fondamentali le analisi scientifiche: dopo aver estrapolato dal cadavere di Yara il Dna di quello che gli investigatori hanno chiamato Ignoto 1 è iniziata una campionatura a tappeto su tutto il territorio intorno a Brembate di Sopra dove viveva la ragazza.

I carabinieri e la polizia hanno comparato migliaia di profili genetici fino ad arrivare a quello del presunto assassino. Dalle analisi scientifiche svolte da esperti di genetica è risultato «altissimo, al punto da non lasciare dubbi», il dato di compatibilità che indica nel giovane fermato il soggetto che ha lasciato il proprio materiale biologico sul cadavere di Yara.

Per individuare il dna di «ignoto 1» in questi anni sono stati prelevati oltre 18 mila campioni genetici e non solo in provincia di Bergamo. Ma finora nessuno di questi aveva dato esito positivo dal confronto con il dna di Ignoto 1. La raccolta del Dna è avvenuta fin dai primi momenti dell’indagine e gran parte della popolazione locale si è presentata spontaneamente a fare il prelievo.

Il fermato è il figlio illegittimo dell’autista di Gorno - Giuseppe Guerinoni, morto a 61 anni nel 1999 . Fonti investigative confermano quel che la scienza aveva accertato due mesi fa: la compatibilità tra il 44enne, il cosiddetto Ignoto 1, e il padre biologico è infatti del 99,99999987%.

I sospetti degli inquirenti

Tuttavia non sarebbe solo la prova del +. Il 44enne rientrava in un gruppo di sospetti per gli inquirenti: il cellulare di Bossetti è risultato tra quelli che avevano impegnato la cella della zona dove è stato trovato il cadavere, e nell’ora in cui sarebbe avvenuto l’omicidio. L’uomo dunque si trovava in quella zona mentre Yara veniva uccisa. Sospetta anche la professione dell’uomo, quella appunto di muratore. Le polveri di calce trovate sul corpo e, soprattutto, nelle vie respiratorie di Yara, aveva portato gli inquirenti verso Bossetti.

La reazione della comunità

Alla notizia del fermo grande felicità e grande rabbia per la comunità locale :«Era un atto dovuto alla famiglia e a tutta la comunità» ha detto il sindaco di Brembate Sopra - «da quando è scomparsa da casa, a Brembate, e da quando è stata trovata uccisa a Chignolo Po, attendevamo questo momento. Ringrazio tutti quelli che hanno messo tante risorse in campo per arrivare a questo risultato». Ci sono stati applausi e incitamenti ai carabinieri quando il corteo di vetture con a bordo Giuseppe Massimo Bossetti è uscito dalla caserma per portarlo in carcere. Davanti alla caserma si erano radunate alcune decine di persone che, quando l’uomo è stato portato via, hanno urlato: «assassino» e «devi morire».

Sorpresa le famiglie del quartiere, che subito sono scese in strada e hanno assistito al via vai di polizia e carabinieri. «Non sapevamo cosa fosse successo. Pensavamo a una lite tra vicini quando abbiamo saputo che la donna piangeva, ma solo sentendo la televisione abbiamo capito» dice Walter Gambirasio, uno dei vicini di casa della famiglia Bossetti. «Una famiglia riservatissima - dicono - li vedevamo sempre a messa, ma i loro tre figli non escono molto e non si frequentano con gli altri ragazzi della zona».

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