Sorveglianza digitale
Non è escluso che la polizia possa arrivare a monitorare gli spostamenti di tutti i cittadini via cellulare, come richiesto dal governatore veneto Luca Zaia. L’idea divenuta realtà in Cina, Corea e Israele è in fase di valutazione ma nel governo ci sono perplessità. Primo per ragioni di privacy, dopo che la Lombardia ha eseguito tracciamenti tramite le compagnie telefoniche. Secondo, perché basterebbe lasciare lo smartphone a casa per sfuggire al Grande Fratello.
La rete dei cellulari
La novità nell’analisi dei flussi di movimento dei lombardi arriva grazie alla tecnologia telefonica. La Regione, in accordo con i gestori della rete cellulare, ha elaborato un sistema che permette di tracciare gli spostamenti di «cella» che avvengono sul territorio. Il progetto è semplice: su un ripetitore telefonico si agganciano di volta in volta i cellulari in movimento, analizzandone il «traffico» è possibile capire - in forma rigorosamente anonima - quante persone si spostano di 300-500 metri dal luogo in cui trascorrono la giornata andando ad agganciare così un’altra cella. Il sistema è «quantitativo», nel senso che non vengono forniti i singoli tracciati dei cellulari (uno potrebbe spostarsi anche per ragioni legittime), ma comunque dà un indicatore di massima. «Abbiamo tracciato gli spostamenti dei cellulari al 20 di febbraio, oggi siamo al 43%, quindi con una riduzione inferiore al 60%. Ancora troppo poco: dovete stare a casa», dice il vice presidente della regione Fabrizio Sala. Su 10 milioni di abitanti, significa oltre 4 milioni in movimento ogni giorno. Troppi secondo la Regione.
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