IN EVIDENZA

CORONAVIRUS | Il virus si chiama Covid-19, ecco perchè

Coronavirus o Covid-19? Guida ai termini usati per descrivere l’emergenza sanitaria. Un po’ di chiarezza sui termini usati per descriver...


mercoledì 25 maggio 2016

PORTI - Alla CULMV mancano 655 mila euro per chiudere il bilancio in pareggio

Genova - Il consiglio d’amministrazione della Compagnia Unica Paride Batini ha convocato i soci il prossimo 23 giugno per l’assemblea di bilancio annuale. Il nodo da sciogliere sono i 655 mila euro che mancano per chiudere il bilancio in pareggio. Il console della Compagnia, Antonio Benvenuti, è fiducioso che una soluzione si sia trovata nella contrattazione con i clienti storici, i terminalisti genovesi («aspettiamo che ci comunichino la ripartizione», afferma Benvenuti) e la compagnia Tirrenia, oltre che facendo ricorso al fondo di riserva della stessa Culmv, accumulato proprio per far fronte a crediti non recuperabili. Per quanto riguarda il fondo, questo contribuirà con una copertura di 94 mila euro. Restano circa 550 mila euro per i quali fino alla scorsa settimana erano possibili tre soluzioni.



La prima era il recupero di una parte dei fondi previsti dall’articolo 15 bis per la formazione dei lavoratori delle compagnie portuali. La dotazione per il 2014 non era stata utilizzata completamente e la Culmv ha chiesto una deroga per poter accedere a una parte dei finanziamenti non riscossi pari a 828 mila euro. Sarebbero più che sufficienti per coprire le esigenze di bilancio, ma la pratica è ferma in Autorità portuale e difficilmente si smuoverà in questo periodo di commissariamento dell’ente. «Tutto - conferma Benvenuti - è fermo, in Autorità portuale non c’è una procedura in corso e ormai è troppo tardi per far rientrare questi soldi nel bilancio che presenteremo il 23 giugno».

La seconda opzione è che a tirare fuori i soldi siano i terminalisti. La Compagnia spiega che nel 2015 la tariffa concordata era sotto al tetto massimo di riferimento. Con un ritocco che rimanga comunque sotto al tetto stabilito dal Comitato portuale si arriverebbe alla cifra mancante. «Il concetto - afferma Benvenuti - è stato recepito. Aspettiamo che ci venga comunicata la ripartizione fra i singoli terminal per mandare le fatture pro quota». Si tratta di un passaggio decisivo che i lavoratori della compagnia portuale attendono entro la fine di questa settimana.

Il traffico di container nel porto di Genova sta crescendo di anno in anno, grazie anche alle nuove rotte che le compagnie marittime hanno disegnato dopo l’entrata in servizio di navi più grandi. Questo però non ha impedito che la Compagnia vivesse una periodo di sofferenza, che per tre anni ha fatto slittare di due mesi l’assemblea di bilancio, a giugno invece che ad aprile. Lo scorso anno le Compagnie di Genova e Savona hanno presentato una proposta di riforma che rivedesse anche l’organizzazione del lavoro. Per il momento, però a livello nazionale di lavoro non si è ancora parlato.

E’ passata la norma che velocizza le procedure per i dragaggi, mentre si sta trascinando quella sulla governance, che ha dovuto fare i conti con le critiche di Corte costituzionale, conferenza Stato-Regioni e Consiglio di Stato. Quest’anno, la ricerca di un’alternativa all’accordo fra Compagnia e terminalisti avrebbe uno sbocco incerto. In caso di bilancio in rosso, esclusa l’ipotesi di portare i libri in tribunale, sarebbero gli stessi lavoratori a dover rinunciare a una parte dello stipendio per coprire la cifra. Si parla di un taglio della quattordicesima. «Quello che è certo - conclude Benvenuti - è che Compagnia e terminalisti non possono ridursi ogni anno a questo punto. Inoltre, non possiamo più fare ricorso all’articolo 15 bis perché non possiamo ridurre ulteriormente il personale»

0 commenti:

Posta un commento