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martedì 10 marzo 2015

Donna rapinata a Cogoleto, segnalati furti ad Arenzano e Voltri

«HO APERTO la porta di casa e mi sono sentita gelare il sangue nelle vene. Sul corridoio c’era un uomo che non conoscevo. Per un attimo ci siamo guardati senza dire una parola poi quello è corso verso di me e mi ha colpito con un pugno allo stomaco».

A parlare è la vittima - una pensionata di 65 anni - del drammatico episodio di violenza accaduto l’altro giorno in via Ceola, sulle alture di Cogoleto, vicino a Sciarborasca. Quando i carabinieri sono intervenuti per soccorrerla è scoppiata a piangere, vinta da un sentimento misto di rabbia e paura. Il pensiero di essersi trovata faccia a faccia con un ladro, tra le quattro mura della propria abitazione la tormenta in modo costante. Un vero choc. «La cosa peggiore - ha detto agli inquirenti - è scoprire che la propria casa non è più un rifugio sicuro. E che può essere violata da chiunque, in qualsiasi momento».

Il furto-rapina è avvenuto l’altra sera, quando la donna stava rincasando: «Ero appena tornata e non ho notato nulla di strano. La mia abitazione è un po’ isolata, ma non mi è mai capitato nulla: davvero non potevo immaginare di essere in pericolo. L’ho scoperto quando ho inserito la chiave nella serratura e ho aperto la porta». Il ladro era già all’interno da qualche minuto. Secondo i carabinieri della compagnia di Arenzano che indagano sulla vicenda, era entrato forzando una porta finestra sul retro. «Sono rimasta di pietra: quell’uomo era a pochi metri di distanza. Non è facile descrivere quello che è ho provato in quel momento. So soltanto che ho iniziato a tremare. Ho gridato qualcosa, che neanche mi ricordo, esprimendo il mio stupore e la mia preoccupazione. E quello era sempre lì, davanti a me. In silenzio. Aveva qualcosa tra le mani: uno zaino o un sacchetto, non saprei».

Il ladro, come hanno potuto verificare gli inquirenti, aveva già passato al setaccio tutta la casa, recuperando denaro contante e gioielli per circa 1.500 euro. In quella borsa o in quel sacchetto aveva riposto la refurtiva: «Ho capito di trovarmi nel posto sbagliato, proprio sulla porta: stavo sbarrando la via di fuga al ladro, ma non lo stavo facendo intenzionalmente. È andata così e le conseguenze sono state drammatiche».

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