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lunedì 16 marzo 2015

7 ORE AL PRONTO SOCCORSO GALLIERA, “Vi racconto la mia odissea”

Cosa accada quasi quotidianamente in uno qualsiasi dei pronto soccorsi degli ospedali cittadini è già stato più volte raccontato. Le lamentele dei pazienti, del resto, parlano chiaro. La storia che vi proponiamo oggi, dalla viva voce di una lettrice, è proprio il resoconto di un giorno come tanti, tra barelle che si accumulano e medici e infermieri costretti a lavorare in condizioni proibitive.
Tutto inizia mercoledì scorso all’ospedale Galliera. “Sono arrivata al pronto soccorso attorno alle 11, trasportata dal 118 – racconta Flavia – per un dolorosissimo mal di schiena”. Un sintomo se vogliamo banale che arriva sul posto di lavoro, un codice verde che ha spalancato le porte su una situazione organizzativa critica.

“Non è accaduto nulla fino alle 15.30. Nessuno mi ha degnato di un cenno, se non per spostare la mia barella un po’ più in là, man mano che arrivavano altri pazienti. Accanto a me soprattutto persone anziane. Il personale, costretto a lavorare in queste condizioni, era letteralmente costretto a fare lo slalom tra i malati”.
Alla fine un antidolorifico, la radiologia e poi le dimissioni. “Tutto si è concluso alle 18, sette ore dopo il mio arrivo al Galliera. Dovesse capitare un’altra volta? Spero almeno mi succeda a casa per poter risolvere tutto da sola con un’iniezione. Medici e infermieri fanno il possibile, c’erano pazienti molto più gravi di me che giustamente dovevano avere la precedenza. E’ però sotto gli occhi di tutti che il sistema non funziona”.

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