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lunedì 17 giugno 2013

Guerra fra bande,  sparatoria a Cornigliano

L'ultimo proiettile voleva lasciare più che un segno indelebile. Altro che gambizzazione: la pallottola è entrata all'altezza dell'inguine ed è uscita da un gluteo. Un colpo sparato da distanza ravvicinata. Si è salvato per miracolo, l'albanese di 38 anni, evaso dagli arresti domiciliari nel 2010. Ieri, poco dopo l'alba, è stato centrato da un colpo di pistola, mentre si trovava nei pressi del bar antistante la stazione ferroviaria di Cornigliano. È riuscito a scappare, a raggiungere l'abitazione di un cugino, in viale Narizano, che dista meno di 500 metri. Il giovane ha suonato il campanello, ha chiesto aiuto, sanguinava e da lì è partita la richiesta di aiuto al "118".

Una guerra fra bande di albanesi e romeni, che da più di 10 anni insanguina i marciapiedi del Ponente genovese e non solo: per il controllo del territorio, del mercato della droga e della prostituzione; ma anche estorsioni, racket e videogiochi. Malavita organizzata.

Gli agenti delle Volanti, ieri mattina, hanno raggiunto la vittima al pronto soccorso di Sampierdarena. L'albanese non ha saputo dire chi gli ha sparato. Peraltro, ha fornito false generalità, ha mostrato una patente albanese, intestata a Ceci Abmir, di 36 anni. Un controllo alla banca dati del Ministero dell'Interno e l'incrocio con le impronte digitali per scoprire che si tratta di Elird Rama, di 38 anni: pregiudicato, con vari precedenti per droga, agli arresti domiciliari a Bergamo fino all'agosto del 2012. Da un anno irreperibile.

Cosaci faceva Rama ieri notte a Genova? È la domanda che pongono gli uomini guidati da Fausto Lamparelli, capo della Squadra Mobile di Genova. Il pregiudicato, piantonato nel reparto detenuti dell'ospedale di San Martino (le sue condizioni non sono gravi e nelle prossime ore sarà operato per estrarre schegge della pallottola) non spiega. Dice di essere uscito dal bar, dopo un caffè. Avvicinato da un tizio sui 30 anni, di carnagione chiara (forse rumeno), che lo ha chiamato: "Ehi, pezzo di m...". Poi il colpo, a meno un metro di distanza.

A terra, più tardi, gli agenti hanno recuperato un bossolo calibro "9 per 21", espulso da una semiautomatica. Comunque, sono stati acquisiti i filmati di diverse telecamere presenti nella zona: della stazione ferroviaria, di alcuni rifornimenti di carburanti, del Comune.

Regolamento di conti. Di vecchia data. Tutto era iniziato sotto le feste di Natale del 2000. Una vendetta tra bande di albanesi, una sparatoria tra la gente intenta a fare shopping, in pieno giorno, in via Pellizzari, traversa di via Cornigliano, a 50 metri dal commissariato. Il primo avvertimento, cinque colpi di pistola, tre dei quali a segno (feriti non gravi), che il quartiere dell'acciaio era diventato terreno di conquista per immigrati arrivati dall'Est, che controllano il mercato della droga e della prostituzione. Poi, tanti altri agguati. Il 19 luglio 2009 un albanese, Andi Marashi, con l'aiuto di altri due amici, ammazza un connazionale, Ilir Krypi: gli spara un colpo di pistola in faccia, in piazza Di Negro. Krypi "colpevole" di voler liberare una ragazza romena, costretta a prostituirsi.

Nel gennaio 2012 agguato senza spari: Certosa e Teglia macchiate di sangue. Tre albanesi pestati selvaggiamente in due episodi distinti. Ad uno sono state spezzate le gambe da un commando costituito da due persone incappucciate, un altro è stato colpito con una mazza da cantiere, sempre alle gambe. Un mese dopo, tre colpi di pistola contro un albanese di 27 anni, ferito davanti al night Astoria di viale Quarnaro, poi abbandonato da complici al pronto soccorso del San Martino. Il 17 dicembre scorso, un colpo di pistola raggiunge Emanuele La Torre, di 33 anni, in via Bertolotti, davanti al distributore automatico di sigarette, sempre a Cornigliano. La vittima dirà di essere stato colpito da un rumeno, al quale aveva rifiutato l'elemosina.