Un intervento durato quasi tutta la mattinata: dapprima l’avvicinamento con il cestello per le misure in prossimità, quindi la rimozione del parafulmine, il suo conferimento in un contenitore schermato, l’identificazione dell’isotopo radioattivo, la rimozione della porzione di palo contaminata, lo stoccaggio delle sorgenti radioattive in un luogo sicuro.
Un tempo si pensava che la ionizzazione dell’aria causata dagli isotopi radioattivi facilitasse la cattura dei fulmini. Ma dopo aver dimostrato il contrario, si è resa necessaria la rimozione da tutto il territorio nazionale di questo tipo di sorgenti orfane, ossia sorgenti che non sono registrate negli inventari; in Liguria rimangono meno di dieci parafulmini radioattivi.
Nello specifico, il parafulmine rimosso questa mattina conteneva Radio. Per determinarlo, i tecnici di Agenzia hanno utilizzato l’analizzatore di spettro, mentre con il rilevatore di dose verificavano che l’intera operazione avvenisse in completa sicurezza. Fra i compiti istituzionali di Arpal, infatti, è previsto il monitoraggio della radioattività ambientale e il controllo delle sorgenti di radiazioni ionizzanti.
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