«Mi sono difeso perché mi hanno aggredito in quattro puntandomi una pistola alla tempia»: questa la versione sul duplice omicidio avvenuto ieri sera sul lungomare di Genova, a Pegli, fornita da Salvatore Maio, l’arrestato.
«Dopo la lite per un apprezzamento su due donne che erano con me, siamo usciti in strada, qui sono stato accerchiato e picchiato da quattro persone. Una mi ha puntato una pistola alla tempia: nel divincolarmi l’arma è caduta, così l’ho raccolta, ho chiuso gli occhi e sparato. Io avevo solo difeso le donne», ha detto ancora Maio agli investigatori, secondo quanto riferito dall’avvocato difensore.
La famiglia delle vittime: «Uccisi da un pregiudicato che girava armato»
Dopo queste dichiarazioni, gli avvocato Nicola Scodnik e Alessandro Vaccaro hanno fatto sapere che la famiglia Lamberti «in questo momento è chiusa nel dolore e fa fatica a elaborare un lutto che ha lasciato i parenti sconvolti per la inconcepibile futilità del contesto in cui è maturato il fatto, in quanto estremamente angosciati nell’aver appreso che l’autore di tale atrocità sia un pregiudicato per omicidio che si aggirava armato per la città».
La precedente condanna di Maio
Il delitto sarebbe stato ripreso da alcune telecamere installate in zona. Il legale conferma che il suo assistito in passato è stato condannato a 16 anni per un omicidio, aggiungendo che anche in quella occasione era stato costretto a difendersi: «Da allora, e stiamo parlando del 1980, Maio non ha più commesso un reato e faceva una vita tranquilla da pensionato». Per le percosse subite, Maio, originario di Rizziconi (Reggio Calabria), si trova in stato di arresto nel reparto di detenzione dell’ospedale San Martino.
Salvatore Maio ha già trascorso 11 anni in carcere perché il 21 luglio del 1980 assassinò, nel corso di una lite, un marittimo di 19 anni, Giuseppe Zangari, e ferì Natale Zangari, di 37, zio della vittima. Dopo avere ucciso Giuseppe Zangari e ferito lo zio, Maio si rese irreperibile, ma si costituì il giorno dopo nel Commissariato di Gioia Tauro della Polizia di Stato. Per quell’episodio Salvatore Maio fu condannato a 19 anni di reclusione, ma ne scontò, appunto, soltanto 11.
Il delitto di Pegli
Il fatto è avvenuto davanti al bar Risveglio. Dopo il duplice omicidio Maio è fuggito a piedi, lasciando l’auto con cui era arrivato a Pegli sul posto. Dalla macchina, intestata alla moglie, i poliziotti lo hanno identificato. Gli investigatori, lo hanno trovato intorno alle 23 nella sua casa di via 2 Dicembre, al Cep, quartiere popolare sulle alture del ponente di Genova. L’uomo una volta in questura, davanti al dirigente della squadra mobile Annino Gargano e il magistrato di turno Patrizia Ciccarese, ha confessato il delitto.
La pistola usata, una 7.65 con matricola abrasa, è stata ritrovata sul marciapiede. Adriano Lamberti, colpito con due colpi al ventre, è morto sul colpo. Il figlio Walter è morto al pronto soccorso dell’ospedale Villa Scassi di Sampierdarena dove i medici lo hanno sottoposto a un disperato intervento chirurgico.
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mercoledì 27 aprile 2016
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» PEGLI - Il killer uccise un 19enne e ferì lo zio, da allora non commise altri reati
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