Dal 10 di giugno la app Uber-pop, il servizio che permetteva a chiunque di fare il tassista senza licenza, è stata disattivata perché la multinazionale statunitense Uber ha dovuto prendere atto della conferma da parte del Tribunale di Milano del blocco dell'applicazione web, che era già stato disposto due settimane fa dalla magistratura per "concorrenza sleale".
Mentre i legali dei tassisti si sono detti "estremamente soddisfatti", la multinazionale nell'ultimo giorno utile, prima di incorrere in penali giornaliere da 20mila euro, ha dovuto disattivare la sezione Uber-pop all'interno dell'app Uber: l'opzione low cost non è quindi più disponibile a Milano, Padova, Genova e Torino, dove sono prenotabili solo le macchine del servizio normale black o van, guidate da autisti con la licenza.
"Il servizio uberPOP si fermerà, finché non riusciremo a far valere le nostre, e le vostre, ragioni", ha scritto Uber sul suo sito, invitando tutti gli utenti a "far sentire la voce a chi ha il potere di cambiare le cose" via twitter. La battaglia legale, però, non è finita perché per il prossimo 2 luglio è fissata l'udienza per discutere nel merito il reclamo contro il blocco. Per l'associazione Altroconsumo "la palla dello sviluppo e della crescita deve passare al Governo, non può essere lasciata in mano agli iter giudiziari".
"Siamo dispiaciuti per la decisione del giudice - ha spiegato Benedetta Arese Lucini, General Manager di Uber Italia - ovviamente la rispetteremo, ma continueremo a batterci legalmente affinché le persone possano continuare ad avere un'alternativa affidabile sicura ed economica per spostarsi in tante città. E perché non venga negata a migliaia di driver una risorsa economica".
In mattinata, infatti, il presidente della sezione specializzata imprese del Tribunale milanese, Marina Tavassi, ha respinto la richiesta di sospensione del blocco della app, presentata da Uber, confermando, dunque, l'ordinanza con cui il giudice Claudio Marangoni, lo scorso 26 maggio, ha inibito in via cautelare ed urgente a tutte le società del gruppo l'utilizzo del servizio. Il giudice aveva accolto il ricorso presentato dalle organizzazioni sindacali e di categoria dei tassisti e dei radiotaxi, assistite dagli avvocati Marco Giustiniani, Nico Moravia, Giovanni Gigliotti e Alessandro Fabbi, che avevano chiesto l'oscuramento di Uber-pop.
Secondo il magistrato, senza sostenere i "costi" di cui si devono fare carico per legge i tassisti, a partire dalla licenza e passando per il "tassametro" e l'assicurazione per "usi professionali", la app avrebbe posto in essere una "concorrenza sleale", riuscendo a praticare "tariffe" più basse e ad accaparrarsi più clienti. E nell'ordinanza con cui ha bocciato l'istanza di sospensione il giudice Tavassi, oltre a precisare che il blocco è "immediatamente" esecutivo, ha spiegato che Uber "si è limitata ad offrire quale ipotesi transattiva in via interinale di limitare il servizio dei propri driver alle 15 ore settimanali", ma questa 'offerta' non è bastata.
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lunedì 15 giugno 2015
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» UBER - Bloccato dal Tribunale il servizio taxi fatto dai cittadini, l'azienda fa ricorso.
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