PEDOFILO GENOVESE BRACCATO DALL'FBI

È giovane, ha meno di quarant’anni, vive a Genova nella periferia di ponente e, soprattutto, è un «insospettabile». Almeno fino a qualche giorno fa. Quando il suo nome è stato inserito nella “ black list ” dei pedofili ricercati dagli agenti federali statunitensi, gli unici a monitorare a livello mondiale chi produce, divulga o acquista materiale pedopornografico. Ma è questo il profilo dell'uomo che sembrerebbe implicato in un vasto smercio di quel materiale, comunicato ieri direttamente dagli uffici federali di investigazione di Washington ai carabinieri di Genova.

Ci sono un nome e un cognome - sui quali vige il più stretto riserbo - appuntati adesso sulle scrivanie dei militari genovesi. E centinaia di files che non lasciano dubbi all’immaginazione. Materiale raccolto dagli accertamenti dell’Fbi e ora condiviso, almeno in parte, per consentire agli inquirenti di stringere il cerchio intorno all’uomo. Su quelle immagini e sui video in suo possesso comincia il lavoro delicatissimo dei carabinieri. Perché sul fatto che lui abbia condiviso nel “deep web”, la grande rete nascosta, quel materiale non c’è dubbio. Link, indirizzi, documenti criptati sono stati recuperati seguendo i contatti di alcuni super-ricercati dall’Fbi e ampiamente analizzati oltreoceano. Così l’uomo genovese è entrato nella rete d’osservazione e, successivamente, inserito nella lista di ricercati.

Ma il lavoro chiesto agli inquirenti è molto più radicale. Ci sono dei bimbi, dei minorenni, ripresi in quelle immagini. Si dovrà tentare di capire se tra questi possono esserci vittime genovesi. Questo potrebbe far luce sulle azioni di quest’uomo, chiarire se è implicato solo nella condivisione di materiale pedopornografico - accusa già gravissima - o se, a sua volta, sia coinvolto in abusi, come molti altri profili ricercati dagli agenti federali.