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sabato 7 giugno 2014

Ecco come la Costa Concordia arriverà al VTE

Genova - Le miglia effettive saranno 210. Una mega-rete eviterà dispersione di oggetti in mare. Quattro rimorchiatori e cinque mezzi d’appoggio traineranno il relitto.

Ancor prima di iniziare, l’ultimo viaggio della Concordia si è già guadagnato un posto nella storia della navigazione. Nulla, nel progetto di Titan-Micoperi , è stato lasciato al caso.
 D’altra parte la nuova sfida del consorzio italo-americano non ha troppi esempi da imitare. Mare piatto o quasi per la partenza (velocità massima del vento 15 nodi), onde non più alte di 2 metri: troppo alti, con altre condizioni del mare, i rischi ambientali per una già provatissima Isola del Giglio. La velocità del relitto, che verrò trainato da due potenti rimorchiatori? Tra i 2 e i 2 nodi e mezzo. La rotta esatta? Giglio, Sud-Ovest di Montecristo, e poi a Nord costeggiandola Corsica verso l’approdo finale di Voltri, 210 miglia nautiche che sulla terraferma equivarrebbero a circa 388 chilometri. Il trasferimento più complesso di sempre risulta particolarmente delicato sotto il profilo dei possibili danni ambientali. Così a poppa due piccole imbarcazioni trascineranno una rete larga 50 metri, in grado di raccogliere arredi, suppellettili e altro materiale di bordo che potrebbe prendere la via del mare durante il trasporto. Dietro, in caso di necessità, panne assorbenti per raccogliere eventuali sversamenti di olio o combustibile.

Il piano d'attracco:




IL MINISTRO E LA CONFERMA DELL’AFFIDAMENTODEL RELITTO A GENOVA
«Carnival ci ha proposto di smaltire la Concordia a Genova. Confermo». Così il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha confermato ieri di aver ricevuto il rapporto definitivo di Carnival, con il quale la società proprietaria del Gruppo Costa indica in via definitiva il porto di Genova per lo smaltimento della nave naufragata nel 2012. «Entro il 16 giugno - ha aggiunto Galletti - ci sono passi ulteriori da compiere», cioè dare tutte le autorizzazioni per valutare «in maniera definitiva la proposta». Il ministro definisce «attenuato» il rischio di un affidamento della milionaria commessa alla Turchia. Sempre più probabile la rotta su Genova, dunque. Il Secolo XIX è in grado, in anteprima e nel dettaglio, di raccontare l’ultimo viaggio della Concordia, che condizioni meteomarine permettendo dovrebbe iniziare intorno al 20 luglio.


LA SQUADRA E I MEZZI UTILIZZATI PER IL TRAINO A VOLTRI
Sarà una squadra di sette uomini, capitanata dal “Senior Salvage Master”, a dirigere le oltre trenta persone impegnate sui mezzi coinvolti dalla maxi-operazione Concordia. Il team manager prenderà posto proprio sulla nave, la miglior posizione possibile perché rialzata rispetto a tutti gli altri soggetti in navigazione attorno al relitto.L’operazione sarà gestita dallo stesso consorzio che ha realizzato con successo il parbuckling, l’operazione di raddrizzamento della Concordia, Titan-Micoperi. I rimorchiatori prenotati per il traino sono due potenti mezzi con una capacità di tiro da 135 tonnellate ciascuno. In coda al relitto si è previsto di affiancare due mezzi di supporto più piccoli, da 50 tonnellate ciascuno. Nel piano sono stati allegati i dati e le immagini di tre imbarcazioni specializzate nel soccorso delle navi non più in grado di tenere il mare autonomamente: il potentissimo mezzo battente “Resolve Earl” per il traino, “Asso Ventotto” e “Capo d’Orlando” della Augusta Offshore per il supporto a poppa. La prima imbarcazione, dal 7 maggio si trova già ancorata alla Spezia, in attesa di indicazioni. Poi ci sono le imbarcazioni di supporto: due pilotine che viaggeranno a pochi metri dalla poppa mantenendo tesa la rete da 50 metri per la raccolta degli oggetti che dovessero cadere in mare, e il “Voe Earl”, una piccola piattaforma dotata di gru che dovrà gestire, nel caso di sversamenti e in collaborazione con i due rimorchiatori di supporto, l’allargamento del grande “tappeto” assorbente per gli idrocarburi.



lL TEMPO E LE INCOGNITE DEL VIAGGIO
I rimorchiatori agganceranno la Concordia utilizzando i punti di ancoraggio delle catene porta-àncora della nave. I rimorchiatori di poppa, invece, utilizzeranno alcune delle bitte della dotazione originaria, «che non risultano danneggiate dall’incidente». In caso di sversamento in mare di sostanze inquinanti, il “rimorchio” verrà rallentato fino alla velocità di mezzo nodo, in caso di problemi più importanti verrà addirittura arrestato. A partire dai cinque giorni precedenti la partenza, verrà monitorato il tempo delle 120 ore successive.



L’ORMEGGIO ALL’INTERNO DELLA DIGA DEL PORTO CONTAINER A VOLTRI
Le ultime miglia rappresentano, assieme alla delicata partenza dal Giglio, il momento più delicato dell’intera operazione. L’ormeggio ipotizzato da Titan-Micoperi è l’angolo interno della diga frangiflutti del porto di Voltri. «All’arrivo nei pressi del porto, i rimorchiatori inizieranno ad accorciare i cavi di rimorchio come da istruzioni impartite dal Senior Salvage Master», recita il piano del consorzio. A quel punto la velocità della Concordia verrà diminuita, e i rimorchiatori principali verranno sganciati e sostituiti da imbarcazioni messe a disposizione dal porto di Genova. Da qui si inizierà a trainare la Concordia in retromarcia. Fino all’ormeggio definitivo, il primo dei due attracchi (l’altro è le Riparazioni navali) che segneranno la fine della storia della Concordia.

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