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giovedì 16 agosto 2018

GENOVA: Perchè il ponte Morandi è crollato? Due ingegneri azzardano ipotesi plausibili

Gli esami sulla struttura saranno molto lunghi. Molti esperti escludono che il ponte possa essere crollato per la forte pioggia o per un fulmine ma il maltempo potrebbe aver contribuito.


"Qui c'è da accertarsi del perché è successo e perché in quel momento. Quindi se e quando ci sono state eventualmente le cause scatenanti. Noi ci sentiamo, ma questa non è una certezza matematica, di escludere qualsiasi tipo di accidentalità perché è un'opera umana e stiamo verificando questo insieme alle forze di polizia giudiziaria". Lo ha detto ai cronisti il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi, parlando all'arrivo in prefettura a Genova dopo il sopralluogo effettuato sul luogo della tragedia di Ponte Morandi, sulla quale è stata aperta un'inchiesta per disastro colposo e omicidio colposo plurimo condotta dai pm Francesco Terrile e Walter Cotugno.“


Perché il ponte è crollato?
Non è possibile al momento sapere perché il ponte sia caduto. Tantomeno ci sono certezze, gli esami sulla struttura saranno molto lunghi e complessi. Molti esperti escludono però che il ponte possa essere crollato per la forte pioggia o per un fulmine (quest’ultima è un’ipotesi fatta anche da alcuni dirigenti della società che gestiva il ponte in seguito ad alcune testimonianze). Ora la priorità è accertarsi che non vi sia più nessun corpo tra le macerie.

"Ipotesi cedimento strallo a mare"
Gli stralli per intenderci sono quei cavi che dal pilone in alto scendono verso la sede stradale e che sorreggono la struttura formando una V rovesciata e che in questo caso erano stati affogati nel cemento. Per l'ingegnere De Vita, proprio uno di questi sarebbe ceduto a causa dello stress generato dal traffico (circa 60mila unità giornaliere) e da una "fatica" del ferro che dopo 50 anni si è fatta sentire e che avrebbe fatto cadere l'intera costruzione. Gli stralli affogati nel cemento non erano diagnosticabili e non era possibile conoscerne l'integrità. Sappiamo però che negli anni '90, 23 anni dopo la costruzione del ponte, il primo pilastro di levante era stato consolidato con nuovi stralli a vista per aumentare la robustezza della struttura.

Da quanto riferisce Autostrade per l'Italia a settembre erano previsti lavori importanti di manutenzione nel lato ponente del ponte, forse proprio un'incremento di cavi come sul pilone di levante.


"Ipotesi perdita appoggio campata centrale"
"Un'ipotesi plausibile, visto il filmato della caduta del ponte, è che si sia persa la campata centrale appoggiata da un lato sulla pila 9 e dall'altro sulla pila rimasta in piedi; che abbia perso l'appoggio sulla pila 9 e quindi sia andata giù eccitando dinamicamente la pila". A parlare con l'Adnkronos è Giuseppe Mancini, in pensione da pochi mesi, già Ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso la Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino, in teoria e progetto dei ponti.

"La pila -dice Mancini- non era progettata per questa condizione estrema e quindi si è rotta". Ma cosa può aver indotto la perdita di appoggio? "La vibrazione indotta dalla combinazione di vento e pioggia, che si manifesta quando c'è pioggia intensa e vento anche non troppo elevato -spiega il professore- Perché l'acqua che cade forma una specie di torrente che si stacca e va a terra; quando si stacca la massa cambia repentinamente e lo strallo oscilla. Queste oscillazioni possono essere aumentate dal vento. Ciò può aver comportato una variazione di geometria; si muoveva la zona di appoggio delle travi, è uscita dall'appoggio ed è caduta da un lato". Se questo fosse il motivo, si tratterebbe, secondo Mancini, di un difetto di progettazione "perchè a quell'epoca nessuno sapeva cosa fosse il fenomeno, scoperto nel ponte di Rotterdam solo successivamente". E sul fatto che si potesse scoprire il problema, il professore non ha dubbi: "Su un ponte con stralli in calcestruzzo non era possibile vederlo, se fosse stato con stralli in acciaio sarebbe stato diverso, perché sono molto numerosi ed a breve distanza", conclude.






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